Nel 1925 venne rinvenuto nella tomba di Tutankhamon, un oggetto di inestimabile valore per la sua epoca: un pugnale di notevole fattura e con caratteristiche tali da farne un’arma formidabile in quel periodo.

Infatti nella fine dell’Età del Bronzo, la produzione di ferro era spesso casuale e i prodotti finali erano di pessima qualità. Da una parte c’era chi attribuiva agli egizi una buona conoscenza della metallurgia del ferro già a quell’epoca (XIV Secolo a.C.), mentre gli storici fanno invece risalire questa tecnologia agli inizi del XII Secolo a.C., nell’area del Mediterraneo.
Il pugnale, oggi esposto al Museo Egizio del Cairo, fin dall’inizio, ha sollevato una questione sull’origine del ferro e della sua manifattura.
Alla fine, una ricerca dà una risposta certa: il metallo è di origine meteorica. Lo ha dimostrato un team di ricerca internazionale, a cui hanno partecipato Massimo D’Orazio e Luigi Folco (dip. di Scienze della Terra dell’Università di Pisa), grazie all’analisi chimica (non invasiva) del materiale, eseguita tramite la tecnica della fluorescenza di raggi-X. Lo studio ha rivelato che il ferro contiene nichel (10%) e cobalto (0,6%): concentrazioni riscontrate tipicamente nelle meteoriti metalliche.
Ciò non toglie valore alle conoscenze in metallurgia degli antichi egizi, a partire dalla capacità di riconoscere le qualità e il valore del ferro meteorico, usato anche per la produzione di preziosi, fino all’alto livello raggiunto nella lavorazione del ferro, testimoniato dalla manifattura del pugnale.
Tutto questo è riportato in un articolo del giornale Meteoritics and Planetary Science.